Dialogo tra un professore e la Banca d'Italia
Modigliani, Franco Carli, Guido Baffi, Paolo Rey, Guido M. Peluffo, Paolo
1995
Vallecchi Editore
275 pp.; 18 cm.
Monografia Scritti sulla vita, il pensiero e l'opera scientifica di Federico Caffè; scritti ed altre iniziative in suo onore e memoria
Caffè, Federico
Ciampi, nell'intervista rilasciata a Paolo Peluffo, parlando del lavoro preparatorio della Relazione annuale, ricorda il ruolo di Federico Caffè: '...Negli anni Sessanta tutto il volume della relazione annuale veniva letto e discusso ad alta voce due volte. La prima volta il dattiloscritto veniva letto pagina per pagina in aprile. La seconda volta veniva letto in bozze da un gruppo fisso che comprendeva Carli, Baffi e uno dei due vice-direttori generali, il capo del Servizio Studi e di volta in volta i capi degli uffici interessati. Oltre a costoro, era sempre presente, seduto in silenzio, Federico Caffè. I suoi interventi erano i più misurati. Caffè era dell'idea che le osservazioni più gravi si dovevano fare sempre soltanto a quattr'occhi, mai in pubblico. La presenza di Caffè era utilissima, perché spesso gli animi si scaldavano, e quando c'erano contrasti o critiche, contraddizioni molto forti, mentre noi discutevamo Caffè con la sua matitina vergava sul margine delle bozze la soluzione che accontentava tutti. Era un forte elemento di moderazione, anche linguistica, proprio lui che veniva considerato di sinistra
Dialogo tra un professore e la Banca d'Italia : Modigliani, Carli e Baffi; con un'intervista a Carlo Azeglio Ciampi /a cura di Guido Mario Rey e Paolo Peluffo Modigliani, Franco Carli, Guido Baffi, Paolo Rey, Guido M. Peluffo, Paolo Firenze Vallecchi Editore 1995 Ciampi, nell'intervista rilasciata a Paolo Peluffo, parlando del lavoro preparatorio della Relazione annuale, ricorda il ruolo di Federico Caffè: '...Negli anni Sessanta tutto il volume della relazione annuale veniva letto e discusso ad alta voce due volte. La prima volta il dattiloscritto veniva letto pagina per pagina in aprile. La seconda volta veniva letto in bozze da un gruppo fisso che comprendeva Carli, Baffi e uno dei due vice-direttori generali, il capo del Servizio Studi e di volta in volta i capi degli uffici interessati. Oltre a costoro, era sempre presente, seduto in silenzio, Federico Caffè. I suoi interventi erano i più misurati. Caffè era dell'idea che le osservazioni più gravi si dovevano fare sempre soltanto a quattr'occhi, mai in pubblico. La presenza di Caffè era utilissima, perché spesso gli animi si scaldavano, e quando c'erano contrasti o critiche, contraddizioni molto forti, mentre noi discutevamo Caffè con la sua matitina vergava sul margine delle bozze la soluzione che accontentava tutti. Era un forte elemento di moderazione, anche linguistica, proprio lui che veniva considerato di sinistra Caffè, Federico Il pensiero moderno. Cronaca e storia [Vallecchi Editore] ITA TS Testo a stampa Monografia Scritti sulla vita, il pensiero e l'opera scientifica di Federico Caffè; scritti ed altre iniziative in suo onore e memoria

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